
Gianluigi Buffon, reduce dall’ottima serata in Champions League, intervistato dal “Corriere della Sera” si è raccontato senza peli sulla lingua toccando diversi argomenti: dalla sua Juventus al futuro ipotetico da Ct fino a lanciare una stoccata a Sarri sul discorso fatturati per poi chiudere sul Milan cinese.
Gli anni sulla carta d’identità sono ben 38 e per Gigi Buffon è bene pensare anche al suo futuro, anche se molto probabilmente non siederà su una panchina di club.
“Un ruolo di allenatore con la sua quotidianità non mi piacerebbe. Un ruolo da Ct invece non lo escluderei a priori: mi rimarrebbero le emozioni del campo, ma anche un po’ di libertà per dedicarmi ad altre cose”.
Tra le sue parole poi non sono mancate le pesanti stoccate, come quella riservata a Maurizio Sarri, il quale tira in ballo spesso il caso dei fatturati differenti tra Napoli e Juventus per giustificare il gap in classifica con il club bianconero. Ecco le parole di Buffon:
“Qui c’è il gioco di non prendersi responsabilità, di dire che il favorito è l’altro, per il budget, il fatturato, eccetera: lo trovo ridicolo. Sulla carta la Juve è la più forte ed è un dato di fatto. Anche se dobbiamo migliorare, perché se abbiamo velleità europee non ci può bastare quello che stiamo facendo ed esprimendo in campo adesso”.
Sabato sera c’è il big match contro il Milan, una partita ancora più importante con i rossoneri al secondo posto in classifica a soli 5 punti dalla Juventus. Buffon ne approfitta per parlare dell’ingresso dei cinesi nel mondo del calcio e del nuovo Milan “made in china”.
“È la sconfitta del calcio italiano. Dell’Italia come Paese, delle tradizioni, di tutto: devi ritrovarti a ringraziarli e a dire grazie per essere venuti. Ma abbiamo ciò che meritiamo, siamo volubili, senza un senso di appartenenza radicato e la storia lo ha sempre dimostrato: chiediamo l’identità italiana, ma se l’italiano dopo 30 anni vive un momento di difficoltà con 5 anni da 10° posto, allora non lo accettiamo”.