6 gol in 65 presenze ufficiali (solo 46 in campionato) e una serie lunghissima di prestazioni anonime: questo è il bilancio di Aaron Ramsey nelle sue prime due stagioni alla Juventus. Arrivato in pompa magna nell’estate del 2019, presentato come l’ennesimo colpo a parametro zero dei bianconeri, il gallese ha enormemente deluso. Ramsey era un giocatore di alto profilo nel campionato più importante al mondo, con l’Arsenal in Premier League aveva deliziato i tifosi dei “gunners”.
Classe ed esperienza: è per questo motivo che la Juventus si presentò con in mano un’offerta faraonica, quadriennale da otto milioni di euro netti a stagione. Cifre che rilette oggi, in piena crisi economica e dopo i due anni anonimi a Torino, fanno rabbrividire.
Al giocatore va rimproverata soprattutto la poca personalità in campo e fuori: nemmeno nel primo anno con Sarri (sicuramente migliore della stagione appena concluso con Pirlo in panchina), Ramsey è riuscito a fare la differenza. Il risultato è che oggi la Juventus è disposta più o meno a tutto pur di liberarsi dell’ingaggio del britannico.
Si era così parlato di un possibile scambio col Barcellona, desideroso a sua volta di liberarsi di Pjanic. Niente da fare: i catalani devono ridurre considerevolmente il monte ingaggi per depositare il rinnovo di Messi, Ramsey non è disposto ad un dimezzamento del suo compenso. Addio Liga, la Juve ha un’opzione in meno per la cessione del centrocampista.
Restano in piedi due mezze trattative con club di Premier League: il Tottenham di Paratici è stato il primo a muoversi per riportare Ramsey nel campionato inglese ma nelle ultime ore si è fatto più insistente il pressing del Wolverhampton. Anche in questo caso, però, c’è lo scoglio ingaggio: la Juve non alzerebbe barricate per trattenere il 30enne, il passo in avanti deve essere fatto proprio da Ramsey che deve scegliere se essere comprimario con Allegri o tornare a respirare aria di casa e, probabilmente, tornare ad essere protagonista in campo.