Dal misterioso calcolo dei punti di penalizzazione ai capi d'accusa, ecco su cosa si basa il ricorso della Juve - LoStadium.it

Dal misterioso calcolo dei punti di penalizzazione ai capi d’accusa, ecco su cosa si basa il ricorso della Juve

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C’è già grande attesa per sapere se il ricorso della Juventus al Collegio di Garanzia del Coni sarà accolto. I bianconeri sono stati penalizzati di 15 punti con la sentenza della Corte Federale d’Appello in quello che ormai è noto come il “caso plusvalenze”.

Eppure la Juve non viene di fatto punita per le plusvalenze in sé: visto che non c’è una norma specifica (ed è per questo che lo scorso maggio era stata assolta), la Corte Federale ha utilizzato l’articolo 4, quello relativo alla lealtà sportiva, sottolineando l’eccessivo ricorso dei bianconeri a questa pratica. Si è passati quindi dall’articolo 31, quello degli illeciti sportivi e che era stato al centro del primo grado, all’articolo 4: ma siamo in un secondo grado di giudizio e possono essere modificati giudizi precedenti solo se i capi d’imputazione sono gli stessi. I legali della Juventus sono certi che questo modus operandi di fatto ha dato via ad un nuovo procedimento e non, appunto, ad un secondo grado di giudizio.

C’è poi la questione relativa alla specificità: in giurisprudenza viene applicata una norma specifica (in questo caso le plusvalenze fittizie possono essere associate a illeciti amministrativi) se esiste. Non può quindi essere applicata quella generale (quindi l’articolo 4, lealtà sportiva), utilizzabile solo se non c’è specificità. E’ stato quindi compiuto un percorso inverso, ancor meno accettabile in un secondo grado.

E, infine, la Juve nel suo ricorso sottolinearà come il calcolo dei punti di penalizzazione sia stato assolutamente aleatorio. Come si è arrivati a 15 punti se nelle motivazioni della sentenza si parla di sanzioni proporzionali all’alterazione del risultato sportivo? Chi ha quantificato questo danno risultato da una plusvalenza fittizia?