Rissa social tra Adani e Caressa, il motivo è sempre Allegri (e il servilismo...) - LoStadium.it

Rissa social tra Adani e Caressa, il motivo è sempre Allegri (e il servilismo…)

L’antagonismo tra giornalisti può rivelarsi tanto amaro quanto quello tra squadre rivali sul campo da calcio, come dimostra l’attuale scontro social tra Fabio Caressa e Lele Adani. Alla base della disputa, la figura controversa dell’allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri, che è diventato il punto di frizione tra i due commentatori sportivi.

L’ex calciatore e opinionista Adani ha una lunga storia di critiche all’indulgenza che, a suo avviso, la stampa e i giornalisti riservano ad Allegri. La sua acrimonia nei confronti di Allegri lo ha trasformato in un vero e proprio personaggio sui social media. Tuttavia, il problema è che Adani tende spesso a esagerare, coinvolgendo persino colleghi con i quali ha lavorato fino a poco tempo fa.

Tra questi, il giornalista Fabio Caressa, che si è sentito chiamato in causa dagli attacchi di Adani e ha deciso di rispondere durante il suo intervento su Radio Deejay, supportato da Ivan Zazzaroni.

Rispondendo alle accuse di servilismo lanciate da Adani, Caressa ha dichiarato: “Uno deve essere definito servo perché prende informazioni, sa delle notizie e non la pensa come te? Questa cosa è gravissima e non ha precedenti. Prima si litigava, ora tu hai un’ideologia e quindi tu possiedi la verità e io no. Occhio, attacchiamo le basi della democrazia, nella storia c’è gente che ha fatto così e sappiamo com’è andata…”

Non tarda la risposta di Adani, che tramite i social media riporta la definizione di servilismo – “Tendenza ad avvilire la propria personalità in atteggiamenti di umiliante sottomissione o dipendenza più o meno consigliati dal calcolo o dall’interesse” – seguito da un passaggio della canzone di Caterina Caselli, “Nessuno mi può giudicare”: “La verità mi fa male, lo so…”. (clicca qui per il video, in basso invece l’attacco di Caressa)

La disputa continua a fomentare dibattiti sia tra gli appassionati di calcio che tra gli addetti ai lavori. In un’epoca in cui i social media diventano sempre più il teatro di controversie pubbliche, l’argomento solleva interrogativi seri sul ruolo dei giornalisti, la libertà di espressione e la responsabilità del pubblico discorso. Quello che è chiaro, tuttavia, è che il calcio, come sempre, sa come alimentare le passioni, sia in campo che fuori.