Durante l’ultimo decennio, caratterizzato da trionfi su trionfi, anche in altre occasioni ci sono state forti tensioni nello spogliatoio della Juventus. Normale, accade dappertutto. Stavolta, però, la situazione in classifica e una stagione che sta riservando per ora più amarezze che soddisfazioni rende alcuni contrasti molto più complicati da gestire. Andrea Pirlo non immaginava, forse, così tante difficoltà nel suo primo anno da allenatore, anche sul piano della gestione del gruppo.
La luna di miele coi suoi calciatori sembra finita. Dopo l’inopinata sconfitta col Benevento allo Stadium, che di fatto chiude i sogni di rimonta scudetto e costringe la Juventus a lottare per un posto nella prossima Champions League, l’atmosfera tra i bianconeri era tesissima.
Stando a quanto rivela oggi il quotidiano torinese “La Stampa”, sarebbero stati ascoltati chiaramente insulti e urla provenienti proprio dallo spogliatoio dei padroni di casa. Non una sorpresa in senso assoluto: già in campo c’era stato qualche segnale, soprattutto in occasione del gol del Benevento. C’erano state rimostranze piuttosto plateali di Bonucci nei confronti di Arthur, protagonista in negativo nell’azione che ha propiziato la rete dei campani. La fonte in questione non ha rivelato ulteriori dettagli sulla presunta lite, è indubbio però che ci sono stati alcuni segnali da non sottovalutare.
Il primo arriva dalla presenza di Paratici ai microfoni nel post-partita, a memoria un evento mai accaduto: la società ha voluto lanciare un segnale deciso nella difesa della posizione di Pirlo. Ma è proprio dalle parole del tecnico della Juventus che si è avvertito qualche altro scricchiolio. Pirlo, dopo l’eliminazione col Porto di due settimane fa, era certo: “Ho parlato con Agnelli, siamo all’inizio di un progetto a largo raggio, non sono preoccupato”. Ieri è apparso molto più prudente e, per la prima volta, ha anche dato responsabilità alla squadra: “Io continuo col mio lavoro, poi la società a fine stagione tirerà le somme. Oggi l’atteggiamento non è stato quello giusto, alle parole vanno fatte seguire i fatti e sugli errori tecnici individuali un allenatore può fare poco. In campo vanno pur sempre i giocatori…”.